Ripetono le parolacce? Consigli pratici per bambini in età prescolare
QUANDO I BIMBI RIPETONO LE PAROLACCE?
Ma quando i bimbi ripetono le prime parolacce? Un periodo molto sensibile nei bambini è quello intorno ai due anni, quando il loro vocabolario subisce una vera e propria esplosione. I piccoli, infatti, iniziano a ripetere tutte le parole che sentono, immagazzinando tutto ciò che percepiscono. In questo periodo, quindi, non è raro sentire i bambini ripetere parole nuove che, magari, hanno sentito in famiglia o al parco.
LA REAZIONE DELL’ADULTO QUANDO I BIMBI RIPETONO LE PAROLACCE
COSA FARE SE I BAMBINI RIPETONO LE PAROLACCE? QUALCHE CONSIGLIO PRATICO
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NON RIDERE
Sembra scontato, ma non lo è. Se di fronte alla parolaccia scappa la risata, il rischio è quello di ottenere proprio l’effetto opposto. Il bimbo, infatti, potrebbe pensare che ripetere le parolacce può essere un buon modo per attirare l’attenzione. Per questo è molto importante fare finta di nulla di fronte alla ripetizione di una brutta parola. Spesso, infatti, se si lascia andare la cosa raramente i bambini così piccoli tendono a ripeterla.
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NON SGRIDARE
Per lo stesso motivo sopracitato, è opportuno non sgridare il bambino. Se ridere o evidenziare il comportamento permette di ottenere l’attenzione, ma in modo disfunzionale, anche la sgridata rischia di comportare lo stesso effetto. Anche quando viene ripreso, infatti, il bambino ottiene attenzione. Capita molto più spesso di quello che si creda che i piccoli cerchino di attirare l’attenzione dell’adulto in questo modo. E’ importante, quindi, anticipare i comportamenti disfunzionali, dedicando al bambino l’attenzione che desidera (laddove possibile), senza fargli mettere in atto questo tipo di comportamento.
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FERMEZZA
Se il comportamento persiste, però, non si può fare finta di nulla. Dire le parolacce non è una bella cosa. E’ importante spiegare in maniera decisa, ma tranquilla, che le parolacce non si dicono e che mamma e papà disapprovano tale comportamento. E’ fondamentale essere chiari e coerenti in questa posizione. Questo non vuole dire urlare o arrabbiarsi, ma essere fermi nello spiegare che questo non è un comportamento ben accettato. Spesso si confonde la fermezza con la durezza. Essere fermi, invece, è un’altra cosa. Si può trasmettere il messaggio in maniera tranquilla e serena, ma ferma e irremovibile. E’ questo uno dei punti chiavi per essere genitori autorevoli.
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SPIEGARE
Anche se il bambino è piccolo, occorre spiegare l’effetto che la parolaccia produce sulle persone. Perché le parolacce non vanno dette? Come possono sentirsi le persone che ricevono certi tipi di epiteti? Le brutte parole, infatti, possono ferire o disturbare chi abbiamo vicino. E’ questo il problema delle parolacce. Aiutare i bambini a mettersi nei panni degli altri, promuovendo empatia, è fondamentale. Lavorare sul riconoscimento delle proprie e altrui emozioni è un dovere importantissimo che verso i bambini.
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ESEMPIO
Se si desidera che i propri figli non dicano brutte parole, è importante dare l’esempio. Sembra scontato, ma non lo è. Non sempre è facile, ma è importante essere coerenti. L’esempio è il più potente strumento educativo che abbiamo a disposizione. Utilizzare un linguaggio che riduca al minimo le espressione colorite, infatti, è il primo passo per evitare che i bambini ripetano le parolacce. Certamente questo non impedirà loro di conoscere tutte le espressioni volgari o aggressive che sono sulla bocca di tutti. Anche perché questo è impossibile e, forse, anche sbagliato. L’iperprotezione, si sa, non da mai buoni risultati. Allo stesso tempo, però, il piccolo toccherà con mano che il suo contesto non è un posto fertile dove riprodurre quel tipo di linguaggio.