Paura del buio nei bambini: come affrontarla?
Una delle paure più ricorrenti nei bambini è la paura del buio. A partire dai 2 anni, infatti, i piccoli possono iniziare a sperimentare un vero e proprio terrore nei confronti del buio, accompagnato da fantasie su mostri e orchi malvagi. Solitamente queste paure si risolvono spontaneamente e tendono a scemare con l’età. L’intensità della paura del buio nei bambini, però, spesso preoccupa mamma e papà, che si chiedono come possono comportarsi per aiutare i piccoli a gestire al meglio questa forte emozione. Cosa fare se il bimbo chiede di tenere la luce accesa nella propria cameretta? E’ giusto accontentare il bimbo e farlo dormire nel lettone? Cosa fare se, dopo una certa ora, il bambino non riesce a muoversi da solo per casa per la forte paura del buio?
PAURA DEL BUIO NEI BAMBINI: COSA POSSONO FARE I GENITORI?
Durante la crescita, tuti i bambini sviluppano delle paure. Al pari delle altre emozioni, anche la paura è utilissima. Essa è un campanello d’allarme molto importante, per proteggerci di fronte a eventuali situazioni di pericolo. La reazione di paura, dunque, è funzionale e adattiva per l’uomo, vitale per la nostra sopravvivenza. Solitamente, con il tempo le paure vengono ridimensionate e i bambini imparano a gestirle.
Cosa fare, però, se la paura del buio nei bambini diventa invalidante a tal punto da compromettere la serenità dei bimbi? Come possono comportarsi i genitori se la paura del buio impedisce lo svolgimento di attività quotidiane come giocare nella propria camerata in orari serali o prendere sonno nel proprio lettino?
Di seguito alcune riflessioni su come affrontare al meglio la paura del buio nei bambini.
-
MAI BANALIZZARE
E’ importante non sottovalutare le paure dei bambini, anche se a noi possono sembrare banali o addirittura ridicole. Occorre creare un clima empatico e rassicurante, in cui il bambino si senta libero di spiegare cosa teme e perché. Parlare di cosa lo terrorizza e cosa prova quando, ad esempio, si spegne la luce, permette al piccolo di sentirsi ascoltato e compreso. Non è sempre semplice, ma un atteggiamento empatico è il presupposto per un rapporto basato sulla fiducia. Può essere utile spiegare ai bambini che anche noi, da piccoli, ci siamo sentiti così, raccontando loro cosa provavamo, come si comportavano gli altri nei nostri confronti e cosa abbiamo fatto per superare quel momento.
E’ importante evitare di sminuire o ridicolizzare le paure. Così facendo, infatti, non si ottiene la riduzione dei suoi timori, ma il rischio è che esse continueranno a essere presenti, ma lui non ne parlerà più. E, come ogni emozione non espressa, rischia di diventare pericolosa. Parlarne e confrontarsi, accogliendo l’emozione e comprendendo il punto di vista del piccolo aiuta il bambino a dare un nome a quello che sta provando. E, questo, è il primo passo per poterlo gestire.
-
LA PAURA NON E’ UNO STRUMENTO EDUCATIVO
A volte si dicono alcune cose senza pensarci troppo. Frasi come “se ti comporti così arriva il lupo cattivo” detta in un momento di rabbia può sembrare una sciocchezza, ma in realtà può incrementare fantasie e paure. E’ meglio, dunque, evitare di utilizzare la paura come strumento educativo. Minacce che per gli adulti sono ovviamente impossibili, per i bambini possono essere terribilmente reali. Occorre sempre mettersi dal punto di vista dei bambini e misurare bene le parole che si utilizzano, per evitare di spaventarli o preoccuparli eccessivamente.
-
ESORCIZZARE LA PAURA
Può essere utile trovare insieme dei giochi che aiutino ad esorcizzare le paure. Può trattarsi di pupazzetti, magari creati insieme, oppure filastrocche o fiabe da leggere prima di andare a dormire. La paura del buio nei bambini può essere affrontata anche il questo modo. Creare un rituale e scegliere un oggetto speciale per aiutare i bambini a gestire la paura del buio può essere molto funzionale. Inoltre, costruire qualcosa insieme per affrontare la paura del buio nei bambini trasmette il messaggio ai piccoli che si comprendono le loro paure e preoccupazioni, ma che è possibile farvi fronte.
PAURA DEL BUIO NEI BAMBINI: QUANDO APPROFONDIRE?
La paura del buio nei bambini è molto diffusa e spesso rappresenta una fase transitoria dell’infanzia. Quando, però, essa permane nel tempo e la sua intensità è così forte da diventare invalidante è bene prestare un’attenzione maggiore. E’ importante, infatti, valutare alcuni indicatori che aiutano a capire se la paura del buio può rappresentare un campanello d’allarme di un disagio o di una sofferenza.
-
PAURA O TERRORE?
Quando la “normale” paura del buio nei bambini viene sostituita da vero e proprio terrore, al punto di paralizzare il piccolo o di causare reazioni eccessive, è opportuno prestare un’attenzione maggiore. Se la paura del buio è molto intensa, infatti, può essere indicatore di un momento di complessità che il bimbo sta vivendo.
-
DA QUANTO DURA?
Solitamente la paura del buio nei bambini è transitoria, e svanisce con il passare del tempo. Se permane per molto tempo è opportuno cercare di capire come affrontare la situazione.
-
E’ INVALIDANTE?
Quando la paura del buio impedisce lo svolgersi delle attività quotidiane del bambino e della sua famiglia, e la situazione non sembra risolversi in nessun modo, può essere utile approfondire per capire come fare fronte alla sofferenza del piccolo. A volte la paura del buio impedisce ai bambini di prendere sonno o di riposare tranquillamente durante la notte. A volte, inoltre, la paura inizia a manifestarsi anche solo all’avvicinarsi dell’orario serale, prevedendo il momento in cui arriverà il buio. Se l’intensità della paura del buio è così forte da rendere difficile lo svolgimento della quotidianità, creando sofferenza al piccolo, è opportuno capire come affrontare la situazione.
Quando la paura del buio nei bambini sembra non risolversi con il passare del tempo, quindi, occorre attivarsi. E’ auspicabile, infatti, rivolgersi ad un professionista per capire come gestire al meglio la situazione. E’ importante offrire al bambino la possibilità di parlare della propria angoscia, trovando il modo di gestirla in maniera positiva. Lo psicologo, infatti, attraverso un percorso condiviso, può offrire un supporto utile per il bambino e per la sua famiglia.