Migliorare autostima nei bambini: qualche consiglio pratico
Una buona autostima è una preziosa risorsa per affrontare la vita in maniera serena e costruttiva. Ma cosa si intende, realmente, con questo termine? L’autostima, soprattutto negli ultimi anni, è un concetto di cui si sente parlare molto. L’autostima, in sintesi, rappresenta la valutazione che ogni persona ha di sé stessa e delle proprie capacità. Migliorare autostima nei bambini, quindi, diventa un obiettivo importantissimo, perché li aiuterà a diventare adulti maggiormente resilienti. Questo non significa che si proteggerà i propri piccoli dalle difficoltà della vita. Questo, purtroppo, non è possibile. Però si garantirà loro un piccolo grande bagaglio per far fronte alle sfide della vita in maniera positiva, imparando a fronteggiare le complessità con una marcia in più.
L’autostima è una cosa data? Fortunatamente no. Non nasciamo con un’alta o con una bassa autostima. Essa si costruisce con il tempo, in base a diversi fattori che entrano in gioco e si influenzano reciprocamente. Sono centrali gli adulti che circondano il bambino, le esperienze di vita e l’ambiente in cui il piccolo è inserito. Tutti questi elementi giocano un ruolo fondamentale per definire il proprio modo di essere. I primi anni di vita, dunque, sono fondamentali per gettare le basi per una buona autostima. Ma, fortunatamente, non si gioca solo tutto lì. Nel corso della vita, le diverse esperienze e i contesti in cui il bimbo si trova a confrontarsi assumono un ruolo importantissimo. Migliorare autostima nei bambini fin da piccoli, però, è un obiettivo che ci si deve porre come adulti responsabili delle nuove generazioni.
MIGLIORARE L’AUTOSTIMA DEI BAMBINI: IL RUOLO DELL’EDUCAZIONE
L’ambiente di vita del bambino ha un’influenza forte sulla possibilità di creare una buona autostima nei bambini. In particolar modo, un ruolo fondamentale è svolto dallo stile educativo adottato. Molti studi hanno dimostrato che uno stile educativo autorevole è quello maggiormente in grado di sviluppare una buona autostima nei bambini. Uno stile educativo autorevole, infatti, aiuta a sviluppare fiducia nel bambino, che si sente ascoltato, compreso e sostenuto. Il genitore, dunque, deve diventare la base sicura da cui il bambino può tornare, ma senza negargli la possibilità di esplorare il mondo.
Il ruolo educativo, però, non appartiene solo ai genitori. Certo, loro hanno una posizione centrale. Anche la famiglia allargata, gli insegnanti, gli allenatori e le altre figure che si relazionano con il piccolo, però, giocano un ruolo fondamentale. E’ importante, dunque, che lo stile educativo adottato tenga conto delle caratteristiche del piccolo e sia orientato all’autorevolezza. Stili educativi basati sull’obbedienza all’autorità in quanto tale, sulle punizioni fisiche o sulle minacce rischiano di inficiare sul benessere psicoemotivo del bimbo. Anche uno stile educativo basato sul lassismo, di contro, porta a diverse conseguenze negative sullo sviluppo del bambino.
COME MIGLIORARE AUTOSTIMA NEI BAMBINI?
– OBIETTIVI REALISTICI. E’ importante prefissare per i propri bambini degli obiettivi realistici. Spesso le aspettative nei confronti dei piccoli, infatti, sono esagerate. Questo rischia, necessariamente, di far uscire il bambino sempre perdente. E’ importante, invece, prendere consapevolezza dei punti di forza e quelli più fragili dei propri bimbi, e porsi degli obiettivi volti al miglioramento, ma sempre alla loro portata. Ci si deve muovere in quella che Vygotsky definisce “zona di sviluppo prossimale“, nell’area compresa tra il livello di sviluppo attuale e quello potenziale. Sempre in miglioramento e in crescita, ma ponendosi obiettivi realistici.
– ATTENZIONE AL PROCESSO. In una società come la nostra, dove l’attenzione è sempre volta al risultato, dovremmo spostare il nostro focus maggiormente sul processo. Non è l’esito l’unico aspetto che conta. Sono centrali l’impegno, la dedizione e la motivazione che si mettono in campo per raggiungere un obiettivo. Anche le lodi, ad esempio, dovrebbero essere maggiormente rivolte su questo aspetto. E’ l’impegno che deve essere premiato, infatti, e non esclusivamente il risultato.
– PERMETTERE DI FARE ERRORI. Spesso si tende a iperproteggere i bambini, non permettendo loro di fare esperienza del fallimento. Non sperimentando l’errore, però, i bambini non vengono protetti. Anzi, ciò che succede è spesso il contrario. E’ impossibile (per fortuna) evitare ai bambini esperienze di fallimento. Il messaggio che passa, iperproteggendoli, è che non si può sbagliare e si deve evitare ad ogni costo di perdere. A questo punto, quando capiterà, per il bambino sarà molto grave perché non contempla l’errore nelle proprie esperienze di vita. Se, invece, il bambino sa che si può fare giusto, ma anche sbagliare, allora riuscirà maggiormente a inserire questa esperienza nella sua storia di vita e non viverla come qualcosa di eccessivamente stravolgente per la propria identità.
MIGLIORARE AUTOSTIMA NEI BAMBINI CREDENDO IN LORO
L’autostima si struttura in base ai messaggi che, più o meno esplicitamente, si trasmettono ai bambini. Non solo quello che si dice a parole. Certo, quello ha un valore fondamentale, ma non si gioca tutto lì. E’ centrale anche come si passano questi messaggi. Il modo in cui questi vengono trasmessi. Assumono un ruolo fondamentale anche quali esperienze si fanno vivere al piccolo e a quanta autonomia si concede loro. I bambini, infatti, hanno bisogno di sperimentare e, come si è detto prima, anche di sbagliare. Questo non significa lasciar far loro quello che vogliono, anzi. Significa creare un contesto supportivo, ma strutturato, con limiti e regole semplici e definite. All’interno di questo contesto, il bambino può muoversi e sperimentare.
Dare fiducia passa anche, e soprattutto, da qui. Promuovere spazi di autonomia, in relazione all’età e al livello di sviluppo del piccolo, è molto importante. Spesso, infatti, si lascia troppa autonomia decisionale di fronte a situazioni eccessivamente complesse, mentre si limita la possibilità di scelta di fronte a questioni più semplici. Questo può essere molto pericoloso. Si pensi, ad esempio, durante una separazione o di fronte ad una forte conflittualità familiare. In questi casi, chiedere, implicitamente, al bambino di schierarsi è lacerante. Al contrario, piccole scelte quotidiane possono essere sperimentate dal bambino. Ad esempio, sulla gestione dei compiti o sull’organizzazione del pomeriggio di gioco.
Il tema della fiducia è davvero molto importante. Anche perché, in fin dei conti, deve essere l’adulto il primo a credere nei bimbi, se no come è possibile che lo facciano loro?
DOTT.SSA ANNABELL SARPATO