Liti tra fratelli: come gestirle?
Chi ha due o più figli sa cosa si intende per liti tra fratelli. Tra fratelli, infatti, amore e odio sono le parole d’ordine della quotidianità. Un momento prima i bambini sembrano giocare amorevolmente l’uno con l’altro e, in meno di un minuto, la cameretta diventa terreno di scontro per litigate, urla e mani addosso. Ogni occasione sembra buona per farsi la guerra, per bisticciare e per arrabbiarsi. Questo vale per i bambini più piccoli, ma anche per i più grandicelli. Anche in adolescenza, infatti, le liti tra fratelli sono molto frequenti e, spesso, molto esplosive.
Inevitabilmente, in questi scontri, i genitori vengono coinvolti. I figli, infatti, chiedono di schierarsi, domandando di decretare chi ha ragione e chi ha torto. “Mamma, lui mi ha fatto questo”, oppure “Papà, fai qualcosa. Non vedi cosa ha fatto?” sono frasi molto frequenti. Senza dimenticare le famose affermazioni del tipo “Ecco, date sempre ragione a lui/lei!”.
Possibile che i fratelli non riescano ad andare d’accordo per più di cinque minuti? Molti genitori lamentano che il rapporto tra fratelli è tanto forte quanto altalenante. Non possono fare meno l’uno dell’altro, ma allo stesso tempo le liti tra fratelli sono all’ordine del giorno. I genitori, poi, si trovano nel mezzo, spesso in difficoltà su come affrontare la situazione. Ma sono così anomali questi bisticci? Cosa possono fare i genitori?
UN RAPPORTO SPECIALE: I FRATELLI
Il rapporto tra fratelli è qualcosa di molto complesso. E’ una relazione unica, non paragonabile a nessun’altra. Il legame tra fratelli, infatti, non si sceglie. E’ la relazione più lunga che si può conoscere in tutta la vita, in cui si condividono ricordi, sogni e tragedie. Essa porta un contributo fondamentale alla definizione dell’identità, essendo una delle relazioni di base della vita. Fratelli e sorelle sono modelli importanti, complici e alleati. Allo stesso tempo, però, essi possono essere anche rivali e oggetti di invidia. Un fratello o una sorella si può amare incondizionatamente e, un momento dopo, non sopportare più. Il legame tra fratelli è forte, in tutti i sensi. Di conseguenza, le sue manifestazioni sono anch’esse molto enfatizzate. Non è un caso, quindi, che fratelli e sorelle litighino animatamente tutto il giorno, tutti i giorni, o quasi.
Le liti tra fratelli, quindi, sono all’ordine del giorno e sono molto più diffuse di quello che si pensi. Non si possono paragonare le liti tra fratelli con i battibecchi con altri bambini. Litigare con amici o compagni di scuola, infatti, è molto diverso. Le liti tra fratelli sono piccoli e grandi scontri quotidiani che tutti i genitori conoscono. Spesso, mamma e papà faticano a capire come fare fronte a questi episodi. Non è facile capire quando intervenire o se, al contrario, è meglio lasciare ai bambini la possibilità di trovare da sé un accordo.
LITI TRA FRATELLI: QUALCHE CONSIGLIO PRATICO
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NORMALITA’
Le liti tra fratelli sono normali, anzi. Scontri e battibecchi stimolano lo sviluppo dell’identità dei piccoli. Essi servono per differenziarsi dall’altro e trovare la propria autonomia. Le liti tra fratelli, inoltre, consentono di sperimentarsi e “prendere le misure” nel rapporto con l’altro. Quando le liti tra fratelli sono occasionali, dunque, occorre comprendere che rientrano nel normale sviluppo della relazione e svolgono una funzione positiva di crescita.
Come in ogni rapporto, è da ricordare, il confronto e, a volte, lo scontro sono elementi essenziali. Spesso, infatti, ci preoccupiamo delle liti tra bambini, spiegando loro di non bisticciare. In realtà, forse, sarebbe più importante spiegare ai bambini come litigare bene, per fare in modo che ogni confronto sia qualcosa di costruttivo, e non di distruttivo.
Le liti tra fratelli, inoltre, sono anche un terreno utile per allenarsi a livello relazionale. Nella relazione fraterna, infatti, i bambini spesso si “spingono” di più rispetto a quello che fanno con altri amici. Qui sperimentano lo scontro acceso, vivendone le conseguenze, ma in una situazione “controllata”. Dopo mezz’ora, infatti, tornerà tutto come prima. Le liti tra fratelli, dunque, sono anche delle sperimentazioni rispetto alle modalità relazionali che si possono mettere in atto in ambienti extrafamiliari.
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ATTESA
Spesso, appena si sente discutere c’è il desiderio di intervenire per sedare le liti tra bambini. In realtà, è importante aspettare il momento opportuno per accorrere, in modo tale da lasciare il tempo ai bambini di trovare una mediazione. Come già detto, non si può insegnare ai bambini di evitare di litigare, ma occorre loro aiutarli a capire come farlo in maniera costruttiva. Quando questo non avviene da sé, invece, e la situazione non trova soluzione e tende a degenerare, la presenza dell’adulto può offrire un modello di risoluzione dei conflitti funzionale.
Aspettare il momento migliore per intervenire non è semplice, ma è importante abituarsi a osservare e supervisionare la situazione. Lasciando ai bambini la possibilità di sperimentare e aiutandoli a trovare un modo utile per confrontarsi, anche gli scontri possono diventare momenti di crescita.
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CALMA
Mediare un conflitto necessita di calma, per i bambini e per gli adulti. Per questo è importante, dopo aver interrotto il litigio, concedere un momento di rilassamento, prima di affrontare l’argomento. Parlarne a caldo, infatti, rischia di diventare controproducente, sia per i bimbi che per i grandi. Aspettare a parlarne quando si è più tranquilli, invece, permette di mettere pensiero su ciò che è successo e discuterne in maniera più costruttiva.
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MEDIAZIONE
Il complesso ruolo dei genitori durante un litigio non è quello di giudice, ma di mediatore del conflitto. Non serve capire chi ha ragione o chi ha torto, ma comprendere le motivazioni che hanno acceso le liti tra fratelli e capire cosa si può fare per trovare una soluzione. Trovare un compromesso non è semplice, ma è anche attraverso questi episodi che i bambini imparano a gestire le relazioni.
Anche in questo caso, l’esempio degli adulti di riferimento è molto importante. Non solo con quello che consigliano ai bambini di fare, ma anche offrendo modelli da prendere esempio nella quotidianità. Ciò significa, ad esempio, che le discussioni dovrebbero essere gestite in maniera tale da trasmettere ai piccoli i modi costruttivi per confrontarsi e scontrarsi, nel rispetto dell’altro e di sé stessi.