DAD e bambini: certo che in presenza è meglio, ma…

Anche in questi giorni il dibattito è acceso. Continue critiche vengono poste alla DAD, l’acronimo per indicare la didattica a distanza. Una realtà nuova, a cui la scuola italiana ha dovuto appellarsi a partire da febbraio dell’anno scorso, quando il Coronavirus ha iniziato a diffondersi in tutto il nostro Paese. Ed oggi, ad un anno di distanza, abbiamo dovuto ritornare a questa modalità, causa l’incremento dei contagi in tutte le regioni italiane. Per questo, aldilà che piaccia o meno, la relazione tra DAD e bambini non può essere sottovalutata. Perché è una realtà che i nostri bambini e ragazzi stanno vivendo, e non basta criticarla. Dobbiamo, invece, capire come trasformarla in un’occasione di crescita.

I primi mesi della pandemia, a partire da inizio 2020, sono stati molto complessi. Qualche scuola si è attivata subito, proponendo videolezioni interattive con gli studenti. Altre, invece, hanno iniziato lavorando con i ragazzi in asincrono, proponendo compiti e attività da mandare in un momento successivo. Altre ancora, hanno avuto un arresto per qualche settimana, per capire quale modalità risultava essere la più idonea per i suoi studenti. Nel corso di questo lungo anno, poi, causa restrizioni e concesse libertà, la scuola italiana ha dovuto più volte riaggiustare il tiro, organizzandosi per alternare didattica a distanza con quella in presenza.

In queste settimane, invece, per milioni di studenti è tornata la didattica a distanza. E’ dunque, d’obbligo, una riflessione su come promuovere una DAD adeguata e supportiva per bambini e ragazzi.

DAD E BAMBINI: LA CENTRALITÀ DELLA SCUOLA

La scuola è elemento centrale di vita di bambini e ragazzi. Non è solo luogo di apprendimento in senso stretto. La scuola, infatti, è uno dei primi terreni di autonomia dalla famiglia che i piccoli si trovano ad affrontare. La scuola è il luogo dove i bambini possono sperimentare, fare esperienza, crescere e svilupparsi. Si costruiscono amicizie, si impara a confrontarsi, a litigare, a mediare e a fare pace. Insomma, è un terreno utile per sviluppare competenze sociali e relazioni. A scuola ci si confronta con gli altri e con sé stessi, esplorando i propri punti di forza e le caratteristiche da potenziare. La scuola, dunque, è una vera e propria palestra di vita.

Poi c’è anche la didattica, certo. Ma la scuola non è solo quello. Per questo il rapporto tra DAD e bambini deve essere considerato non solo dal punto di vista funzionale per la trasmissione di informazioni. Come fare, dunque, per rendere la didattica a distanza luogo (temporaneo) per allenare tutti questi aspetti sopra citati?

DAD e bambini: certo che in presenza è meglio, ma...

DAD E BAMBINI: GLI EFFETTI DELLA PANDEMIA SU BAMBINI E RAGAZZI

Siamo tutti d’accordo nel sostenere che la DAD sia molto diversa dalla scuola in presenza. La scuola online, infatti, ha alcuni limiti strutturali che non permettono di assolvere ai tanti compiti che la scuola si pone, sia a livello formale che informale. Purtroppo, però, in questo periodo storico sembrano non esserci altre soluzioni. Per limitare la diffusione del virus e ridurre il numero di contagi, infatti, gli esperti hanno deciso di chiudere provvisoriamente le scuole.

Detto questo, sono evidenti gli effetti che questa pandemia e il forzato isolamento sta portando tra bambini e ragazzi. Sono in aumento, infatti, stati ansiosi e depressivi, che vengono manifestati in diversi modi. Alcuni bambini riescono a esprimere verbalmente la loro sofferenza, mentre altri tendono ad agirla, sia attraverso chiusura e ritiro, sia con insofferenza e comportamenti aggressivi. In altre situazioni ancora, invece, i ragazzi possono somatizzare la loro sofferenza mostrando malessere generale, mal di testa o mal di pancia. Possono alterarsi anche i ritmi sonno-veglia, e l’appetito può ridursi o aumentare notevolmente. Questa sofferenza può essere ciclica, alternata a momenti di ritrovato equilibro, o protrarsi nel tempo.

Non possiamo, dunque, sottovalutare gli effetti psicologici che la pandemia sta causando in ognuno di noi. Proprio per questo, riflettere insieme su come rendere la didattica a distanza un elemento di risorsa è molto importante.

 

COME RENDERE LA DIDATTICA A DISTANZA A MISURA DI BAMBINO?

Può sembrare scontato, ma a volte ci si dimentica che di fronte a noi (o, meglio, dall’altra parte del pc) ci sono bambini e ragazzi, e non adulti in miniatura. Questo aspetto non è da trascurare. Per questo è importante pensare ad una didattica a distanza a misura di bambino. Come? Ecco qualche spunto di riflessione.

  • ORARIO

Gli orari proposti in didattica a distanza devono essere calibrati in base all’età dei bambini. Un sovraccarico di ore, dunque, non è utile ai fini dell’apprendimento. Questa riflessione può essere utile anche per quanto riguarda l’organizzazione dei compiti: se a livello pratico si può pensare che “prima si fanno, prima si finiscono”, occorre tenere in considerazione che dopo le lezioni online è opportuno prendersi delle pause per staccare e recuperare le energie. Anche nelle pause tra una lezione e l’altra, ad esempio, può essere utile staccarsi dalla scrivania per muoversi un pochino, sgranchirsi le gambe e prendere una boccata d’aria fresca.

 

  • LEZIONI INTERATTIVE

La didattica a distanza non può essere un copia e incolla della didattica in presenza. Non basta far lezione dietro a uno schermo per parlare di DAD. La didattica a distanza dovrebbe far tesoro delle potenzialità dello strumento che utilizza: computer e tablet dispongono di applicazioni che possono essere usate per rendere maggiormente interattiva la lezione. Anche dietro ad un pc si può (e si deve) promuovere un apprendimento attivo, dove bambini e ragazzi sono protagonisti del loro processo di apprendimento. Come? Ad esempio, attraverso dei lavori in piccolo gruppo durante l’orario di lezione. Anche solo piccoli compiti, di una decina di minuti.

 

  • LEZIONI COINVOLGENTI

Lezioni interattive non significa necessariamente lezioni coinvolgenti. Stiamo parlando di DAD e bambini, non dimentichiamolo. I bambini e i ragazzi hanno bisogno di essere coinvolti cognitivamente, ma anche emotivamente nel lavoro di classe. Ritagliarsi dei momenti di confronto e di condivisione all’interno delle ore di didattica a distanza, si sa, è una sfida. Con il programma da portare avanti non è semplice. Però è tanto tanto importante. E, credo, che valga davvero la pena di trovare il modo per farlo.

 

DOTT.SSA ANNABELL SARPATO

 

Commenti