Cosa fa soffrire i figli di genitori separati?

Cosa fa soffrire i figli di genitori separati? La separazione è un evento che ha un forte impatto su tutta la famiglia. Essa riguarda in primis la coppia genitoriale, ma inevitabilmente ha ricadute sull’intero sistema familiare, in particolar modo sui figli. Spesso i genitori mi chiedono se la separazione di per sé può causare conseguenze negative sui figli. In realtà non è così. Quando mamma e papà si separano, infatti, i bimbi inevitabilmente sperimentano sentimenti forti e contrastanti. Dolore, rabbia, senso di impotenza, tristezza, paura e senso di colpa sono emozioni fisiologiche che i bambini sperimentano di fronte alla comunicazione della separazione. Queste emozioni, con il tempo, però, tendono a sfumare. I bambini, infatti, elaborano la sofferenza e la possono tradurre in punti di forza. Attivano, così, la loro capacità di resilienza.

Non è la separazione in sé a causare conseguenze negative a lungo termine sui bambini. La separazione è un vero e proprio lutto e, come tale, deve essere elaborato. Cosa fa soffrire i figli di genitori separati, dunque? Oltre alla sofferenza fisiologica a seguito di una separazione, infatti, possono esserci delle situazioni che esacerbano questi sentimenti e li mantengono nel tempo, non permettendo una elaborazione della separazione di mamma e papà. Di seguito, alcune riflessioni su cosa fa soffrire i figli di genitori separati e rischia di causare malessere e disagio nei bimbi.

Cosa fa soffrire i figli di genitori separati?

COSA FA SOFFRIRE I FIGLI DI GENITORI SEPARATI? IL CONFLITTO ESPERITO

  • CONFLITTO. Sono molte le ricerche che evidenziano che non è la separazione in sé a sviluppare conseguenze negative sui figli, ma il livello di conflittualità che viene esperito durante la separazione. Se anche dopo la decisione di andare a vivere in due case separate le liti sono molto frequenti, i bambini assorbono quest’atmosfera ostile, sviluppando sentimenti di tristezza e rabbia, con il rischio di rispondere a questa situazione con comportamenti sintomatici. Ricordiamo che la conflittualità non è solo quella esplicita, caratterizzata da urla e gesti plateali, ma anche quel continuo battibeccare latente, basato su ripicche e giochi subdoli di potere.

 

  • STRUMENTALIZZAZIONE DEI  BAMBINI. I bambini sono inevitabilmente coinvolti nella separazione di mamma e papà. La situazione, però, si aggrava nel momento in cui i bimbi vengono coinvolti nelle discussioni dei genitori, assumendo il ruolo di strumento per attaccare o ferire l’altro genitore. Anche i continui litigi sulle questioni dei bambini, sulla loro educazione dopo la separazione e sulla loro gestione, pone i piccoli al centro del conflitto, accrescendo il loro senso di colpa.

 

COSA FA SOFFRIRE I FIGLI DI GENITORI SEPARATI? L’IMPORTANZA DEL RISPETTO

 

  • IL GENITORE FANTASMA. Anche se ci si separa, mamma e papà continuano a essere e fare i genitori. Questo è un diritto e un dovere dei genitori. Ci possono essere due situazioni altamente pericolose. Quando un genitore si allontana dalla vita del bimbo in modo volontario e quando uno dei due coniugi fa di tutto per isolare l’altro genitore, impedendogli di avere rapporti con il piccolo. Situazioni di questo tipo possono essere molto gravi per l’intero sistema familiare, perché trasmettono il messaggio che la separazione non riguarda solo mamma e papà, ma anche il legame genitoriale. E’ molto importante evitare questo tipo di situazioni, perché le uniche vittime sono i bimbi.

 

  • MANCANZA DI RISPETTO. I bimbi, non dimentichiamolo, sono persone. Hanno sentimenti, emozioni, soffrono e gioiscono come i grandi. Non è vero che i bimbi non si accorgono di nulla. I piccoli, spesso, sono molto più ricettivi degli adulti e hanno la capacità di cogliere cosa sta succedendo intorno a loro in maniera molto più sensibile dei grandi. Per questo è sempre importante basare il rapporto sul dialogo e sul confronto, parlando con i propri figli in maniera sincera e aperta. Questo non vuol dire sobbarcare i piccoli dei propri problemi o affidando a loro responsabilità che non gli spettano. Ciò, invece, significa parlare loro di quello che sta succedendo e di come si possono affrontare insieme le difficoltà che si incontrano. Ovviamente, tenendo conto dell’età e del livello di sviluppo del piccolo.

 

DOTT.SSA ANNABELL SARPATO
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