Bambini che balbettano: cosa possono fare i genitori?
Bambini che balbettano? Può capitare a tutti. Quando si parla, magari in situazioni emotivamente importanti, possono venire meno le parole. Può trattarsi di una recita o di un’interrogazione a scuola. Ma non solo. Anche altre occasioni sociali possono portare a “mangiarsi” le parole. Il discorso può farsi poco fluente, i suoni di una parola possono ripetersi o si può prolungare involontariamente un suono. Parlare diventa, così, molto difficile.
Cosa possono fare, in queste situazioni, i genitori? Aiutare il piccolo a finire il discorso? Oppure aspettare che concluda la frase in maniera autonoma? Se succede in maniera sporadica occorre allarmarsi? Occorre chiedere aiuto ad un professionista o attendere che la balbuzie scompaia da sé?
BAMBINI CHE BALBETTANO: QUALI SEGNALI?
Prima dei tre anni il fenomeno dei bambini che balbettano è molto frequente. Quando i bimbi molto piccoli parlano, infatti, spesso possono fermarsi, ripetere alcuni suoni o prolungarli senza farlo apposta. I loro discorsi possono apparire frammentati e, a volte, poco comprensibili. Si parla, in questo caso, di balbuzie fisiologica. La percentuale dei bambini che balbettano nei primi 36 mesi di vita è di circa il 10% e, solitamente, la remissione delle difficoltà è spontanea. Con il tempo, infatti, la balbuzie fisiologica tende a ridursi, fino a remissione completa.
In età prescolare, invece, quando la difficoltà nel parlare è frequente e permane nel tempo si può parlare di balbuzie vera e propria. La balbuzie, o disturbo della fluenza verbale, riguarda il 3% della popolazione. I bambini che balbettano sono principalmente maschi: si stima una femmina ogni quattro maschi. Si tratta di un disturbo del linguaggio caratterizzato dall’alterazione del ritmo della parola. Il linguaggio diventa, così, meno influente. I bambini che balbettano possono presentare alcune di queste caratteristiche:
– ripetere suoni o sillabe
– prolungare i suoni delle consonanti o delle vocali
– interrompere alcune parole
– presentare blocchi udibili o silenti
– evitare di utilizzare alcune parole, difficili da pronunciare, con altre parole che possono essere pronunciate fluentemente (circonlocuzioni)
– pronunciare alcune parole con eccessiva tensione fisica
– ripetere intere parole monosillabiche
I diversi sintomi permettono di distinguere tre forme di balbuzie. I bambini che balbettano possono presentare una forma tonica, dove vi è un arresto a inizio frase con allungamento della sillaba o del fonema difficile da pronunciare. Altre volte, la balbuzie può essere di forma clinica, caratterizzata dalla ripetizione della sillaba. Altre volte ancora, invece, può essere presente una forma mista, dove sono presenti sia allungamento che ripetizione.
BAMBINI CHE BALBETTANO: COME POSSONO SENTIRSI?
La balbuzie scompare da sola? A volte la remissione è spontanea: i sintomi, infatti, spariscono nel tempo. Altre volte, invece, la difficoltà permane e, dunque, è importante intervenire. Questo non solo per affrontare direttamente la difficoltà che il bambino ha di esprimersi e di parlare. I bambini che balbettano, infatti, possono sviluppare sofferenza e disagio. Possono manifestarsi sentimenti di vergogna, imbarazzo, rabbia e frustrazione, ma anche paura e senso di colpa. Questi effetti, che possiamo definire secondari, possono andare ad alimentare un circolo vizioso che portano a un aumento della sintomatologia e della sofferenza del piccolo.
I bambini che balbettano possono sviluppare ansia e preoccupazione nelle relazioni con gli altri, con gli adulti, i pari e nel contesto scolastico. Ripetute esperienze relazionali di questo tipo possono inficiare l’autostima del bimbo, che costruisce una distorta immagine di sé e delle sue capacità. Per questo, dunque, può essere molto importante supportare il piccolo anche a livello psicologico, offrendo uno spazio dove poter affrontare questi sentimenti forti e travolgenti.
COME FARE PER AIUTARE I BAMBINI CHE BALBETTANO?
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ASCOLTARE
Di fronte ai bambini che balbettano non dobbiamo dimenticarci che ci stanno dicendo qualcosa. E’ importante, dunque, ascoltare il proprio bambino, non mettendogli fretta quando parla e, soprattutto, senza concludere le parole che lui, balbettando, tarda a terminare. Creare un ambiente sereno, senza pressioni, è funzionale per limitare il disagio che il piccolo può provare. Al contrario, anche se terminare noi le farsi può farci sentire meno a disagio perché pensiamo di aiutarlo, può generare ansia e pressione che vanno ulteriormente a esagerare la difficoltà a finire la frase. Terminare le frasi del bambino che balbetta, spesso, infatti, serve all’adulto per gestire la sua ansia di fronte all’impotenza di aiutare il piccolo che vediamo in difficoltà.
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CONTENUTO, NON FORMA
Quando si parla con il bimbo, è importante trasmettere il messaggio che è importante ciò che egli ci dice, non come. Occorre prestare attenzione a non ripetere frasi come “Rilassati” o “Stai tranquillo”, che rischiano di focalizzarsi sul sintomo. Al contrario, è opportuno rispondere al contenuto di ciò che ha detto, mostrando di aver capito quello che voleva comunicare. E’ normale e giusto che vogliamo rassicurarlo, ma è molto importante rispondere al concetto. L’attenzione, così, si sposta sul cosa sta dicendo e non su come lo sta facendo.
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NIENTE PRESE IN GIRO
Può essere scontato, ma la difficoltà di parlare si acuisce se viene sottolineata l’incapacità del bambino di comunicare in modo fluente, magari con prese in giro o scherni. Anche se fatto in modo apparentemente innocuo, senza intenzione di ferire, il rischio è quello di minare l’autostima del piccolo e la fiducia nelle sue capacità. A volte si pensa che sdrammatizzare possa servire ad alleggerire la pressione. In realtà, non sempre è così. A volte, può essere molto diverso. Anche se all’apparenza il bimbo può sembrare di scherzarci su, non sempre è così. Una battuta innocua, a volte, può essere vissuta molto male e far soffrire il bambino, anche se quello non era l’intento. Questo vale per i bambini, ma anche per i grandi. A volte, infatti, anche gli adulti provano a sdrammatizzare in questo modo e non sempre ciò fa bene al piccolo.
BAMBINI CHE BALBETTANO: LA COLLABORAZIONE CON LA SCUOLA
Come sempre, la collaborazione con la scuola è fondamentale. Condividere con gli insegnanti il percorso che si sta facendo, trovano insieme i modi migliori per affrontare la difficoltà, è fondamentale. E’ solo lavorando in rete che è possibile sostenere il piccolo e la sua famiglia in questo percorso. Lavorando con gli stessi obiettivi e condividendo le modalità è il modo più funzionale per affrontare la situazione.