Educare alla felicità, non alla perfezione: ecco come fare.

In un mondo competitivo come il nostro, che basa i valori sul raggiungimento del successo e sull’ottenimento del risultato, spesso capita di perdere di vista gli aspetti importanti della vita. La nostra società tende a confondere la realizzazione personale con un buon lavoro e un buon guadagno economico. Educare alla felicità, però, non significa puntare a questo. O, almeno, non solo.

E’ normale che un genitore desideri il meglio per i propri figli, ma, a volte, si rischia di perdere di vista la loro felicità, a favore di una perfezione irraggiungibile. Sovraccaricare i bambini di aspettative e di impegni, riducendone la libertà di sperimentare, di giocare e (ebbene sì) anche di sbagliare, può limitare i piccoli in questa fase di vita così importante. Caricare sulle spalle aspettative così gravose, infatti, rischia di trasformare le aspettative in pressioni travolgenti da cui si sentono schiacciati.

 

EDUCARE ALLA FELICITA’: I RISCHI DI RICERCARE LA PERFEZIONE NEI PROPRI FIGLI

Spingere i bambini a raggiungere la perfezione, oltre a essere impossibile, può rivelarsi molto pericoloso. Investire tempo ed energie dei bambini in attività dove vorremmo primeggiassero può precludere momenti piacevoli di svago e di libertà. I bambini hanno diritto a divertirsi e riposarsi, giocare con la fantasia e anche annoiarsi. Dedicarsi a sport e hobby è molto importante, ma questi non devono essere gli unici obiettivi dei bambini. Educare alla felicità significa rispettare l’infanzia dei bambini.

Spesso si confonde il bene dell’adulto con quello dei piccoli. Gli obiettivi che a volte ci si prefigge per i bimbi sono in realtà proiezioni di desideri o ambizioni dell’adulto. Questo non significa che non bisogna orientare i piccoli nelle scelte, anzi. Ma la funzione dell’adulto deve essere quella di guidare e orientare, nel rispetto dei gusti e delle attitudini dei bimbi. Il ruolo dell’adulto, dunque, può essere quello di sostenere i bambini nella scelta.

Educare alla felicità

COME FARE PER EDUCARE ALLA FELICITA’?

  • SPERIMENTARE. Ogni bimbo ha il diritto di sperimentare, di giocare e di provare. E’ importante offrire ai piccoli continui stimoli e spunti, ma senza mai obbligarli (più o meno esplicitamente) a dedicarsi ad una passione. La motivazione deve arrivare sempre dal bimbo, e sostenuta da chi gli sta accanto, non il contrario. Si possono proporre diverse attività, ma dovrà essere il bambino a orientarsi, guidato dal genitore, nella scelta.

 

  • SBAGLIANDO SI IMPARA. I bambini hanno il diritto di sbagliare: solo chi non fa, non sbaglia mai. L’errore è un’opportunità di crescita, un’esperienza di vita fondamentale. I piccoli non devono sentirsi in colpa se commettono errori, pena il rischio di limitarsi nelle azioni proprio per la paura di fallire. Educare alla felicità significa aiutare i bambini a capire che l’importante non è il risultato, ma la strada intrapresa. E ogni strada, come è normale che sia, è fatta da successi e da sconfitte. I bambini devono imparare a rialzarsi, non a non cadere mai.

 

  • RITMI INDIVIDUALI. Ogni bimbo ha i propri ritmi: per parlare, per scrivere e per imparare a fare le divisioni a due cifre. Favorire l’apprendimento senza forzare eccessivamente i bimbi è la scelta migliore per evitare di creare circoli viziosi pericolosi, in cui la bassa autostima e la scarsa motivazione portano a posticipare il momento dell’apprendimento. Educare alla felicità significa anche rispettare i tempi dei bambini. Ogni piccolo, infatti, ha i propri tempi e occorre evitare di fare paragoni e confronti. Ognuno deve trovare la propria strada, con i tempi richiesti da ogni bambino.

 

  • SEI SPECIALE. Ogni bimbo è speciale, anche se non azzecca un rigore o se la matematica proprio non gli entra in testa. E questo non basta saperlo, bisogna anche dimostrarlo. E’ responsabilità di tutti noi adulti occuparci delle nuove generazioni, non solo materialmente, ma soprattutto emotivamente. Genitori, insegnanti, educatori ed allenatori dovrebbero avere fiducia nelle capacità di ogni bimbo, perché ogni bimbo è speciale. E tutti noi abbiamo il compito di crederci fermamente.

 

DOTT.SSA ANNABELL SARPATO

 

 

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